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30 volte 23 novembre 1980

Oggi è il 23 novembre 2010, 30 anni fa, alle 19.35 l'Italia rimase separata in due.

Un terremoto del X grado della scala Mercalli (scala che basa i suoi valori sull'osservazione dei danni) pari ad un valore 6.9 della scala Richter (che è calcolata in base alla stima dell'energia sprigiontata da terremoto), spezzava l'Italia in due causando centinaia di migliaia di sfollati e circa 2000 morti nelle regioni comprese tra la Basilicata, la Campania (in modo particolare in Irpinia) e la Puglia.

Sono passati 30 volte quel giorno e un fiume in piena di denaro (si sitima siano stati spesi per il post terremoto circa 70.000.000.000.000 di vecchie lire, o in notazione esponenziale 70E+12 di lire) per opere che in linea di massima sono state funzionali in alcuni luoghi ma autentiche cattedrali nel deserto o addirittura fantasmi.

A 30 anni da allora, un esempio di opera incompiuta, la cui notizia fu riportata da Il Mattino del 24 novembre 1980 in prima pagina, fu il crollo del solaio dello Sferisterio (che, se non ricordo male, era stato innaugurato da poco) e che dopo 30 anni sta ancora li, sventrato e fatiscente a ricordo e monito di quello che è accaduto quel giorno e nei successivi anni.

30 anni fa, come tutti sanno il Web (o Internet come molti erroneamente pensano) non esisteva ancora e le notizie viaggiavano via etere tramite le trasmissioni della RAI e tramite i giornali.

Al quotidiano IL MATTINO, a prescindere, si deve il merito non solo di aver fatto la cronaca dell'evento come ogni quotidiano deve fare, ma, anche, di aver fatto la storia di quel tempo sul campo.

RAI 3 qui a Napoli, qualche giorno fa ha proposto un documentario chiamato "Generazione terremoto", di cui, per fortuna o per sfortuna, faccio parte, che ha proposto un po' di materiale di repertorio e una mini inchiesta con i protagonisti dell'epoca dopo 30 anni su quello che si è fatto e quello che si doveva fare e non si è fatto.

Per uno scherzo del destino (per quelle povere popolazioni oserei dire un brutto scherzo del destino) alle 3,35 del 6 aprile 2009 rivissi improvvisamente i racconti che mi fecero i miei parenti di quel giorno e vissi la brutta sensazione di quel moto oscillatorio del letto come se qualcuno mi stesse squotendo. Vissi il rumore (ho un sonno particolarmente leggero) dello squotimento della terra che si amplifica nei palazzi, probabilmente vissi per la prima volta una sensazione dimenticata, quasi subconscia, di ciò che accadde quasi 30 anni prima.

Dopo la grande notizia ed il racconto di ciò che accadde all'Aquila, cercai notizie e, soprattutto, quelle prime pagine de IL MATTINO di quei giorni, che fanno anche Art Decò nella metropolitana di Napoli (interscambio tra la linea 2 e la linea 1 di Piazza Cavour), forse preso da una irrefrenabile voglia di riprendermi un pezzo di vita che per età, fortunatamente mi ero perso.

Come detto pubblicai su questo Blog, più tecnologico che storico, quelle prime pagine che trovai dell'epoca, e che oggi mi hanno concesso di essere tra i primi hit di San Google.

Ma non potevo, nel trentennale, non ritornare a quei giorni.

Come già fatto nel post Terremoto Irpinia 23 novembre 1980 su citato, ripropongo una galleria molto più ampia di documenti che ho trovato in giro per il Web, incominciando dall'unico documento multimediale noto dell'epoca, il suono del terremoto.

Una stazione radio stava registrando una musica folk allegra suonata con una fisarmonica.

Alle 19.34 quel nastro registro il suono del mostro che distrusse migliaia di vite, e ne segnò centianaia di migliaia...





L'immagine seguente è ciò che ha rilevato il sismografo




L'epicentro del sisma fu una zona compresa tra Teora, Conza della Campania, e Casalnuovo di Conza. Ecco come si presentavano dopo il sisma del 1980



Conza della Campania 24 novembre 1980



Teora 24 novembre 1980

Su Casalnuovo di Conza, non ho trovato immagini dirette, ma riporto il link di una persona che in un sapiente bianco e nero riporta quel che resta.

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