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Commodore 64 - I suoi primi 40 anni


Scrivere questo pezzo, questo omaggio al C=64, è complesso, perché potrei scegliere due strade, quella dei ricordi e quella della storia.

Ormai credo di avere una certa età, e a volte non so se lo dico per esorcizzare l'inevitabile avanzare del tempo, o lo faccio per un narcisistico effetto, come a dire, ehi sì mi ricordo, ho fatto parte di quel team, quel gruppo, quella storia.

Se in altri ambienti, forse vale la seconda (un po' quello che ho raccontato su Windows XP), qua la faccenda cambia.

Non sono più i 20 anni, o giù di lì, in una storia di tastiera e carta di cui la massima punta fu Windows 98.

No decisamente no!

Qui si parla del Commodore 64, dei 9 anni (per me, ma 12 per la Storia) che hanno cambiato non solo il mondo, ma ha fatto nascere 1 o 2 generazioni di Informatici e spianato la strada ad una terza, quella nata sotto Windows 95/98 e XP che oggi fanno i divulgatori, gli  influencer, i tik toker, ecc...


Da anni lavoro al mio PC di turno, ma a sinistra, in una sorta di nicchia, c'è la scatola originale con dentro il C=64 Biscottone in quella scatola maledettamente anni '80 del XX Secolo (foto sopra).


Premessa

L'articolo è lungo, lunghissimo, forse troppo per un post. 

Ma mentre scrivevo la storia prima e dopo mi sono reso conto che più che un saggio divulgativo stavo scrivendo per me, forse per capire cose che ho vissuto senza rendermene conto, non avendo la capacità, per età, di comprendere appieno uomini e persone che vi erano dietro

Il Commodore 64 non è un computer come potrebbe essere il Mac o l'Apple II che pure hanno segnato la storia a loro modo, no.

Il C=64 è stata un'epopea unica, irripetibile, lunghissima, che ha segnato profondamente gli anni '80 del XX Secolo ed ha formato l'attuale classe informatica (compreso chi vi scrive)

La mia storia con il Commodore inizia il Giovedì 17 gennaio 1985.

La storia del Commodore, quella generale, poco più di due anni prima:

Agosto 1982

In Italia Agosto 1982, significa un effetto eco ancora molto forte di quello che accadde poche settimane prima a Madrid (11 luglio 1982), dove finalmente la Nazionale si laurea per la terza volta Campione del Mondo, dopo le vittorie antiche del 1934 e 1938.

Più di Pablito (Paolo Rossi, ormai buonanima), forse la scena più iconica di quel mondiale è la partita a scopone tra il Presidente Pertini (in alto a destra), Dino Zoff (in basso a sinistra), Franco Causio (in alto a Sinistra) ed Enzo Bearzot (in basso a destra) con la Coppa del Mondo sul tavolino dell'aereo presidenziale con giocatori e Coppa al rientro a Roma.

Paradossalmente, l'Italia si è laureata Campione del Mondo anche nel 2006 e nel 2021 Campione d'Europa (di Euro 2020, spostato causa Pandemia), ma stranamente, nell'immaginario collettivo, anche di chi nel 1982 non erano neanche nati i genitori, quella Coppa rimane la Coppa del Mondo.

L'aspetto tecnologico in quegli anni era legato alla parte elettrodomestici, dove la parte da leone la facevano gli impianti Hi-Fi, le TV a colori, ed una strano oggetto, chiamato Videoregistratore VHS, che consentiva di registrare filmati dalla televisione e rivederli.

Ovviamente non era l'unico tipo, esisteva anche il Sony Betamax ed il Video 2000, una sorta di musicassetta più grande che registrava anche il video, prodotti tra il 1975 (Betamax) ed il 1979 (Video 2000), dove il VHS era nato nel 1976.

Ma il VHS si stava affermando come standard rispetto agli altri due.

In buona sostanza non allora come oggi, a fare da padrone il mercato sono gli oggetti più "semplici" e meno intellettualmente complessi (vedi smartphone e tablet di oggi)

Il ramo computer esisteva, ma era all'epoca (come purtroppo è tornato oggi) un mercato di nicchia, per uffici, per smanettoni NERD (e co' 'na cos' 'e sord', come si dice a Napoli), ma ovviamente lontanissimo anni luce dalla massa che si e no  aveva idea di come funzionasse un tostapane, e che nell'automobile e nelle barche aveva il suo status symbol.

In questo quadro (della disperazione) ad Agosto 1982, negli USA, Jack Tramiel, il gran capo della Commodore Business Machine (un ebreo polacco sopravvissuto ad Auschwitz, esaminato da Mengele in persona e poi inviato al campo di lavoro di Alum vicino ad Hannover), commercializzava ad una cifra tecnicamente irrisoria (595$ dell'epoca) il Commodore 64, il computer più venduto nella storia, secondo il Guinnes dei Primati.


Un genio, due aziende ed un successo

Se i bit ed i byte sono fatto della stessa materia di cui sono fatti i sogni (ho capito Shakespeare lo lasciamo stare), per rendere concreti questi concetti del tutto aleatori era necessario un genio.

La persona in questione era (ci ha lasciato nel 2019) Chuck Peddle (all'anagrafe Charles Ingerham "Chuck" Peddle) che era un ingegnere, che dopo aver prestato servizio nel Corpo dei Marines, si laureò all'Università del Maine e, dopo un certo tempo alla General Electric, per poi approdare alla Motorola, che in quel periodo (era la metà degli anni '70 del XX Secolo) stava sviluppando una serie di tecnologie innovative sia nel campo delle telecomunicazioni (il 3 aprile 1973 aveva messo in funzione il primo telefono senza fili) sia nel  campo della tecnologia miniaturizzata (in parole povere i primi microprocessori e componentistica varia).


Nel 1974 Chuck Peddle (foto a sinistra) inventò il Motorola MC 6800, un microprocessore ad uso generale (clicca qui per l'ALU Project, che riproduce l'idea di un microprocessore ad uso generale), ma che fu sempre accusato di essere troppo costoso (circa 300$).

Allora Peddle, ebbe l'idea di sviluppare un microprocessore simile al Motorola 6800, ma dal costo più abbordabile, intorno i 25$, ma Motorola non ne volle sapere.

In quel momento MOS Technology, che produceva su singolo chip il mitologico Pong (il primo vero videogame della storia prodotto da Atari, clicca qui per giocare), fu interessato al progetto di Peddle, e, come spesso capita, MOS acquisì gli ingegneri del team del 6800 e lo portò da loro.

Peddle con Bill Mensch (attualmente fondatore, presidente ed amministratore delegato di Western Design Center) nel 1975 costruiscono il MOS 6501, con pedinatura compatibile con Motorola 6800 (manco a dirlo, Motorola fece causa per il discorso dei brevetti, e si arrivò al MOS 6502)

Il MOS 6502 fu la pietra angolare, a 25$, di quello che di lì a poco sarebbe diventata l'era dei videogame

Molti computer ad 8 bit dell'epoca come l'Apple I, l'Apple II, il Commodore VIC-20, il Nintendo Entertainment System (NES), i computer Atari ad 8 bit, i computer Oric e BBC Micro di Acorn Computers, usavano il MOS 6502.


Una nota a margine sui microprocessori

Per chi è nato tra la fine degli anni '80 e gli anni '90 sempre del XX Secolo la frase IBM Compatibile, è del tutto senza senso, ma per una generazione più indietro (o vecchia se preferite) IBM Compatibile era tutto quello che oggi definiremmo per PC, poiché il PC oggi è una parola ad uso generale ed indica di fatto un computer con un processore tipo Intel con set di istruzioni x86 (fino all'era dei 32 bit) x64 per indicare l'era attuale dei processori a 64 bit con le istruzioni base che fanno ancora oggi riferimento alla serie 80x86 prodotto fino a non molti anni fa.

Seppure con minore intensità, la babele di processori (inteso come set di istruzioni e affinità tipologiche) in giro, dal 1995 circa, si è drasticamente ridotto a due tipologie CISC e RISC.

Della famiglia CISC (Complex Instruction Set Computer) fa parte principalmente la famiglia dei processori x86 e x64 (insomma gli Intel/AMD per intenderci, ma più in precedenza il DEC VAX, il DEC PDP-11, IBM System 360, ed il mitico Motorola 68000, noto ai Mac della prima ora e Amiga), mentre della famiglia RISC (Reduced Instruction Set Computer) fanno parte principalmente i DEC Alpha, SUN SPARC, ed in particolare i PowerPC nata dalla santa alleanza (anti Intel/AMD) Apple-IBM-Motorola (conosciuta come AIM) nel 1991, a questa lista si devono aggiungere anche i processori tipo ARM ed in ultimo i processori Apple M (ad oggi M1 ed M2) definiti System on Chip (SoC) che vanno per la maggiore sui Macintosh di ultima generazione.

Oggi non abbiamo più la concezione del processore per l'uso dei nostri programmi/giochi quotidiani, poiché siamo orientati molto di più alle app e soprattutto alla gestione dei dati, che per la maggior parte è indipendente dalla macchina sul quale è in uso.

Ma fino alla fine del XX Secolo, praticamente, macchina/programma/dato erano quasi imprescindibili, sempre lato commerciale


Commodore acquisisce MOS Technology

Abbiamo già accennato al passaggio di Chuck Peddle alla MOS da Motorola. Nel 1975, nonostante il successo commerciale del 6502, MOS Technology ancora non si era ripresa dalla crisi dell'anno precedente. 

Anche Commodore, aveva registrato pesanti perdite con l'ingresso nel mercato delle calcolatrici elettroniche di Texas Instruments. 

Per cercare di limitare i costi di produzione Jack Tramiel, fondatore e capo di Commodore, decise di seguire la strada intrapresa dalla rivale ed iniziò, grazie ad una nuova iniezione di capitali fatta dal socio finanziario di Tramiel, Irving Gould, l'acquisizione di piccole società che avrebbero prodotto i componenti necessari alle calcolatrici: display a LED, alimentatori e vari produttori di integrati, fra cui MOS Technology, che fu acquistata nel 1976 per 800.000 dollari.

L'acquisto di MOS fu la chiave di volta nella produzione di processori per computer soprattutto perché non dovendo comprare da terze parti aveva il totale controllo sulla produzione e sulla commercializzazione.

MOS nel 1989 divenne la Commodore Semiconductor Group.


La svolta del MOS 6510 e la nascita del Commodore 64

Tutto quello che è stato in qui narrato è servito per chiarire in quale contesto, in quell'Agosto 1982 fu presentato al mercato il Commodore 64.

Ormai era diventato chiaro già dal 1975 e dalla copertina di Byte di dicembre (rivista che ebbe un'eco anche in Italia, ma che finì prima del 2000) che ormai il Computer (PC è un termine successivo introdotto da IBM) era ormai il The Ultimate Toys, ovvero il giocattolo finale.




In quella selva selvaggia fatta di standard più o meno accennati, MOS rilascia il 6510, una vera e propria rivoluzione per l'epoca


Design del Processore 6510


La differenza principale col 6502 era l'aggiunta di una porta di I/O ad 8 bit bidirezionale (nella versione più comune del MOS 6510 si sfruttavano in genere solo 6 bit di I/O); vi è inoltre un ingresso per il generatore di clock esterno ed il bus indirizzi di tipo tri-state (in elettronica digitale, una porta logica si dice three state, tri-state o 3-state quando la sua uscita può trovarsi in un terzo stato di alta impedenza, spesso indicato con il simbolo Z, oltre ai due livelli logici già presenti nella logica binaria).

La frequenza operativa del 6510 nel Commodore 64 era di circa 1 MHz, anche se c'era una piccola differenza fra i modelli di computer per il mercato americano e quelli per il mercato europeo: il processore lavorava a 0,985 MHz nella versione PAL ed a 1,023 MHz in quella NTSC.

Era possibile, scrivendo la giusta sequenza di bit nel registro mappato in memoria all'indirizzo $01, esporre completamente l'intera RAM di 64 kB del Commodore 64, mascherando del tutto la ROM o l'hardware preposto all'I/O.

Le caratteristiche tecniche principali sono:

  •     architettura interna: 8 bit
  •     logica NMOS;
  •     porta di I/O bidirezionale ad 8 bit mappata a $01;
  •     aritmetica binaria e decimale;
  •     capacità di gestire interrupt;
  •     memoria indirizzabile: 64 KB (bus indirizzi a 16 bit);
  •     capacità di accesso diretto alla memoria (DMA);
  •     possibilità di lavorare a 1 o 2 MHz;
  •     bus compatibile con quello del Motorola 6800;

Ecco il MOS 6510 nella sua collocazione originale (in giallo)





Il Commdore 64 sulla cresta del... baratro

Prendo a prestito il titolo di un libro di Brian Bagnall, che rappresenta il vero ed effettivo limite della gestione della Commodore da parte di Jack Tramiel.

Oggi come allora ci sono sempre delle divisioni, delle idee, e dei metodi per sfondare il mercato e rendere il prodotto più appetibile possibile, ma, forse il senno di poi della gestione Commodore, ha insegnato molto alle Big Tech.

Il Commodore 64 usciva appunto 40 anni fa al costo di poco sotto i 1000$, un prezzo ragguardevole, se vogliamo vedere il prodotto per quello che era 40 anni fa (oggi non fa scalpore un iPhone a 2000$), ma, dal punto di vista di Tramiel, il prezzo di lancio fu un'idea iniziale, ma già sapeva che se voleva prendersi tutto il mercato avrebbe dovuto tagliarlo alla grande, e Natale era il momento giusto

Pubblicità Commodore 64 in Italia


A questo punto c'è lo spartiacque generazionale. 

In Italia il Commodore 64 viene presentato il 17 settembre 1982, mentre la commercializzazione avviene un po' più tardi, a Marzo 1983, quasi un anno dopo.


Il Commodore 64 e la generazione anni '80

L'informatica è una scienza relativamente giovane, e se il fascino che ha spinto la generazione degli anni '70 è stato quello del fascino quasi misterioso, ma principalmente intellettuale e matematico (del resto il problema della decisione o Secondo Problema di Hilbert, fu risolto da Alonzo Church e Alan Turing ed ha un risvolto fondamentale nella teoria della elaborazione e degli algoritmi) per la generazione mia, quella nata a cavallo degli  anni '70 e '80, fu il videogame ad essere la "killer application" dello studio dell'informatica.

Va anche detto che molti autori della demoscene degli anni '80 del XX Secolo erano nati negli  anni '60


Nota sulla demoscene

La demoscene (termine derivato dalla lingua inglese formato dalla fusione delle parole demo e scene, "scena" nel senso di mondo, ambiente) è un fenomeno di arte e cultura informatica, spesso indicato come parte della controcultura. Consiste nella produzione di demo, intesi come software dimostrativi della propria abilità con grafica, audio e programmazione, spesso non interattivi e finalizzati solo a essere brevemente osservati dagli spettatori

Ebbe il suo momento di massimo splendore a cavallo fra gli anni ottanta e gli anni novanta, con l'avvento dei personal computer a 16 bit e dei primi ibridi a 16/32 bit e, principalmente, con Amiga e Atari ST. Le prime demo sono apparse, in realtà, già all'epoca dei computer a 8 bit, dominata dai giganti Apple II, Commodore 64 e ZX Spectrum

Alcuni ritengono che la demoscene sia stata e sia ancora nel XXI secolo una nuova forma d'arte. 


Jack Tramiel "beffa" Bill Gates

Giovanbattista Vico, mio concittadino e potrei dire anche vicino di casa, ebbe a soffermarsi sul fatto che la storia sia ciclica, con quel suo corsi e ricorsi storici.

La stessa visione la potremmo applicare al mondo dei computer dove il Commodore 64 divenne di fatto uno standard.

Nel panorama babelico che esisteva ai primi anni '80 del XX Secolo, dove oltre alla fascia professional (da sempre oggetto di uffici importanti, visto il costo non proprio accessibile di un PC/Apple (il Mac sarebbe uscito solo nel 1984) il fatto stesso che il Commodore 64 avesse un reparto ludico di primissimo livello (ed anche qui incredibile, ma in sviluppo ancora oggi) aveva anche la possibilità di poter essere programmato che era una di quei processi alchemici da iniziati persino più segreti e  misteriosi dei riti massonici di alto livello.

Ed il parallelo non è proprio sbagliato.

Jack Tramiel oltre a comprare la MOS per prodursi in casa i microprocessori, riuscì anche fare un altro colpo da maestro contro il mitico Bill Gates.

Microsoft produceva il BASIC che è stato per anni il software di sviluppo (già ai tempi del MITS Altair nel 1975) per i cosiddetti Home Computer (all'epoca c'era ancora la distinzione tra queste tipologie di computer)


Nel 1977 Gates propose a Tramiel di pagare una royalties di 3$ per ogni Commodore PET (photo su, il 64 sarebbe nato qualche anno dopo, e rimane ancora il più iconico computer della Commodore e forse di sempre).

Ma Tramiel gli rispose:  "pay once, no royalties", "I'm already married" e pagò la licenza perpetua per 25.000$

Questa mossa fu molto intuitiva in quel momento specifico, poiché spianò la strada al "sottocosto" del Commodore 64, in quanto non doveva pagare a nessuno diritti e poteva produrre stand-alone tutto.

Insomma tutto da guadagnare e poco da perdere.


Il Commodore 64 in Italia

Come detto il problema della standardizzazione è sempre stato uno dei problemi a tutt'oggi irrisolti dell'informatica.

Certo, il Linguaggio C in particolare e dopo anni il C++, hanno contribuito a standardizzare la produzione di software (poteri dire anche la stessa cosa del PHP e di Java) quello slogan famoso di Java che era "Write once, run everywere", ma nel 1982 e fino al 1994 (data di morte del Commodore 64 e tutto sommato della Commodore) le cose erano un po' differenti.

Abbiamo già accennato che scrivendo in linguaggio macchina era possibile mascherare la parte di ROM del C=64 ed usare tutti i 64KB di memoria,  ma questa tecnica era  veramente sopraffina e per pochi eletti.

La maggior parte delle persone comuni usava il BASIC.

Sempre nel 1983, ma più nel 1984 in poi, vi fu un fiorire di riviste dedicate che rendevano di fatto il C=64 uno standard.

Non perché fosse più bello di un altro, ma perché si creò quell'effetto domino emulatore nei bambini per cui tizio aveva il Commodore 64 (e da allora divenne solo C64 o Commodore)


La killer application furono, neanche a dirlo, i giochi, ma riviste come Super Commodore della JSoft (ramo di azienda del Gruppo Editoriale  Jackson, ormai non più esistente, sopra qualche immagine) avevano trovato la formula magica: Rivista + cassetta con giochi e programmi da provare a scrivere.

Sempre in quel periodo, nacque il primo programma di istruzione in digitale (e tutto fatto in BASIC) pubblicato dal Gruppo Editoriale Jackson: Video Basic 64


Questo corso, con altrettante cassette introdusse molti ragazzi (compreso chi vi scrive) in questo fantastico mondo (tutto NERD) dell'informatica aprendo la strada a migliaia di attuali informatici in giro per l'Italia e per il mondo


Le periferiche del Commodore 64

Il Commodore nella sua versione classica era uno scatolotto beje con un registratore a cassette (il datasette) ed  un cavo di antenna che lo collegava alla TV (è inutile dire quante volte in tutte le famiglie si sono sentite urla perché i ragazzi volevano giocare ed i genitori vedere la TV...)

Ma non è a tutti noto, che era possibile anche usare le prese RGB per collegare ad esempio il Commodore ai videoregistratori.

Questa opzione sarà usata (da me e da altri) per creare delle "improbabili" ma all'epoca affascinanti, presentazioni per le videocassette home made (che ne so viaggio a Parigi e simili) che davano un fascino ancor oggi enorme a quell'epoca (roba  da NERD...)

Ma torniamo alle periferiche del Commodore.

Oltre alle cassette che erano notoriamente lente (furono creati degli algoritmi come il Turbo Tape per velocizzare il tutto, ma...) uscì quasi contemporaneamente una periferica a dischi il mitologico 1541 Commodore, che era uno scatolotto enorme e pesante (sia nella prima che nella seconda versione) che leggeva i floppy da 5¼" single side dalla incredibile capacità di 160KB.



Esisteva anche una bucatrice che permetteva di fare il buco di scrittura dalla parte opposta e "guadagnare" il lato b del floppy divenendo un disco da 320KB, ma una faccia alla volta.

Ne uscì anni dopo una seconda versione che spostava fuori il trasformatore chiamato 1541-II, che aggiustava anche qualche errore hardware/software della prima edizione



Altra periferica che aveva lanciato il Commodore furono le stampanti.

La Commodore MPS 801, stampante a matrice di punti  (dot-matrix) incredibilmente a colori (era il 1984) sfruttava un nastro a 4 colori che sovrascriveva la matrice di punti colorandola, un po' come per le ink-jet moderne


La Commodore MPS 802, stampante "professionale" dot-matrix in B/N 


e la "piccola" Commodore MPS 803 (alle medie e parte delle superiori quante tesine ci ho stampato) 



Infine esisteva anche un piccolo plotter a colori il Commodore 1520



Nel corso del tempo uscirono altre due periferiche che non ebbero molto successo: il floppy da 3,5" il Commodore 1581 da 800KB



Un altro oggetto che esisteva nativa Commodore per il C=64 era il mouse, che ne rendeva l'uso come un vero e proprio, diremmo oggi, PC




E l'espansione di memoria Commodore 1764 REU (RAM Expansion Unit) che era molto utile sotto GEOS (il Windows potremmo dire del Commodore) perché creava una sorta disco RAM virtuale (cfr. Pagina 64, Vol. III di How To Use Windows 98, CUEN, 2001 per  similitudine con MS-DOS)

Esistevano altri programmi che sfruttavano il sistema, ma non erano, almeno in Italia, così diffusi

Si inseriva nella porta giochi del C=64


In ultima istanza, il Commodore era anche già Internet Compatibile (non il Web come lo conosciamo oggi), poiché usava un'altra periferica chiamata Commodore 1670 (più nota come Commodore Modem/1200) a 1200 baud (unità di misura della velocità di trasmissione telegrafica o telefonica, pari a un elemento di codice trasmesso per secondo; simbolo Bd, ormai non più usata, in pratica modernariato) che era compatibile con lo standard introdotto dalla Hayes che usava la cara vecchia linea telefonica PSTN (di felicissima memoria) e consentiva la connessione con BBS, Chat, eccetera, ma  anche questo oggetto in Italia non ebbe successo (solo il VideoTel di SIP un po' di più negli anni '90 del XX Secolo, ma con costi assurdi)






Ultima periferica, lasciato a posta per ultimo era il monitor Commodore, il mitologico Commodore 1701, tutto sommato uno TV a colori quadrato (4:3)


Ovviamente c'erano anche i Joystick, ma sarebbe troppo lungo elencarli e mostrarli, anche perché, oltre quelli Commodore, ne esistevano una quantità a tratti infinita


I Programmi del C64

Sebbene sia ricordato solo per i giochi (che volendo sono anche programmi) il Commodore 64 ebbe una vasta raccolta di programmi (si contano oltre 10.000 titoli tra giochi e programmi ufficiali) sia scritti da professionisti  che, cosa curiosa e forse unica, scritti da semplici utenti che si mettevano a smanettare con il linguaggio BASIC (o i più arditi in linguaggio macchina) e tiravano fuori dei programmi che risolvevano quasi ogni tipo di problema.

Come già accennato in precedenza esistevano molte pubblicazioni dedicate al C64 e la più longeva ed importante tra questi, a mio avviso, rimane Super Commodore VIC20 e 64 e dopo 64 e 128, che nei vari forum sul giornale, venivano discussi proposti programmi e sorgenti.

Le riviste, per comodità pubblicavano su cassetta, ma alcuni negozi specializzati (a Napoli erano veramente 2 o 3, di cui ancora oggi, credo, in esercizio) riuscivano a soddisfare anche "appetiti" più particolari.

Mi riferisco ad esempio ad alcuni programmi come Easy Script, il più famoso ed usato programma di video scrittura per C64, che era in licenza Commodore e quindi poteva essere acquistato su cartuccia o Floppy (come i videogiochi).

L'impianto del  programma era simile a Wordstar (o TEX) dove una volta dato l'impianto della pagina nelle prime righe (ad esempio interlinea, contatore di pagina, giustificazione ecc.) poi si scriveva il testo fino alla fine della memoria (ovvero 664 righe).

A me capitò di scrivere la tesina di storia di III Media e dovetti  scinderla in due file perché avevo finito lo spazio...




Del GeoWrite ne parlerò dopo in relazione a GEOS che, ha il suo perché...


Di 10.000 titoli c'era anche PageMaker che consentiva di fare desktop publishing (ovviamente senza importare immagini esterne), Superbase 64 di Precision Software (la stessa di Easy Script) che si occupava di Database.

Ma esisteva anche uno spreadsheet (o foglio elettronico) di Microsoft, Multiplan, concorrente del primo e lanciatissimo programma VisiCalc (mai fatto per C64).

Fu l'antesignano di Excel, prodotto per molte piattaforme.

Oltre a questi esistevano anche molti linguaggi di programmazione come Fortran, Linguaggio C (C Power), Cobol, Assembler, ecc

Esisteva anche una interfaccia grafica quantomeno efficace, prodotta da Commodore che si chiamava Magic Desk che simulava un ambiente Office antelitteram (simile all'interfaccia del IBM PS/1)



GEOS (Graphic Environment Operating System)

Un capitolo  speciale lo si deve dare al programma GEOS che fu prodotto nel 1986 dalla Berkeley Softworks.

Come accadde per MS-DOS, solo un anno prima, quando fu introdotto il Windows come interfaccia grafica (in sgangherata competizione di Mac OS del primo Macintosh), Brian P. Dougherty, fondatore di Berkeley Softworks ed il suo team (Jim DeFrisco, Dave Durran, Michael Farr, Doug Fults, Chris Hawley, Clayton Jung, e Tony Requist) costruirono una interfaccia grafica simile a quella Mac OS di prima generazione per poter usare il Commodore come se fosse un vero e proprio PC (diremmo oggi)


GEOS per Commodore 64


Classic System di Mac OS (1984)

Il GEOS, come MacOS aveva integrato alcune caratteristiche che lo resero prepotentemente interessante (sempre per una ristretta cerchia di utenti entusiasti e professionali) poiché faceva fare il salto di qualità dal punto di vista dell'usabilità e lo rendeva super concorrenziale anche rispetto ai competitor PC e Mac.

Quando ho accennato ai Word Processor ed ho parlato di Easy Script, che usava come tipo di carattere il classico ASCII 8 dot-matrix, che lo rendeva ragionevolmente veloce nella stampa su MPS 803 (ad esempio) in modalità avanti dietro della testina.

GeoWrite, il Word Processor di GEOS, come MacWrite di Macintosh, introduceva una novità, gli stili di carattere (Birge, Cursive, Dwinelle, Chancery, Superb, Cory, ecc.) e le dimensioni che potevano assumere, che, in quel tempo (1984 e dintorni), stavano letteralmente facendo impazzire gli utenti Mac e mettendo in difficoltà gli utenti Microsoft


Il rovescio della medaglia, era la stampa.

Se a televisore era tutto sommato abbastanza veloce (parliamo tutto sommato di caratteri bitmap, i True Type Font, TTF  vettoriali, sarebbero arrivati solo anni dopo), la stampa, anche con stampanti dedicate CBM come la MPS 803, erano ai limiti della noia.

Una sera dovevo consegnare una tesina alle Medie, e lo volli fare con gli "effetti speciali".

Ci volle il doppio del tempo a stampare le 4 o 5 pagine che a scriverle.

GEOS, essendo un Sistema Operativo/GUI (un po' come lo fu Windows fino a 3.1, ma anche i successori 9x ma in modo mascherato, in quando c'era un substrato MS-DOS 7, cfr. How To Use Windows 98 - Volume III, CUEN 2001) era anche impostato per essere "aperto" alle possibili innovazioni e/o hardware.

Uno di questi hardware era, come detto, la Commodore 1764 REU (RAM Expansion Unit) che GEOS usava come disco 

Furono introdotti altri programmi come il GeoPaint (simile al Paint di Windows) per disegnare a mano libera e/o con tavoletta  grafiche.

Insomma con GEOS, il Commodore era diventato un vero e proprio sistema moderno.

Come spesso accade, Berkeley Softworks fu incorporata e si dissolse.

GEOS continuò ad esistere e a trasformarsi in altri ambienti come il PC, ma all'orizzonte c'era Windows, e la Storia decise che era giunto il tempo di cambiare strada...


Simons's Basic

Come per il GEOS, ho preferito descrivere in un capitolo a parte il Simon's BASIC (come spesso viene erroneamente scritto), perché la dice lunga su quanto sia il Commodore PET che il C64 hanno influito nella società

David Simons era poco più che un ragazzo quando iniziò a "giocare" con il Commodore PET che il padrea aveva portata a casa da lavoro. Aveva 13 anni e imparò a programmare.

Poco più tardi, quando uscì il Commodore 64 produsse una estensione software, appunto Simons's BASIC che estendeva le caratteristiche base del BASIC v2 di Microsoft e ne implementava altre (che poi i più smanettoni avrebbero trovato nel GWBASIC, sempre di Microsoft su PC) come quello della grafica, con pochi e semplici comandi.

Il lato interessante è che David Simons aveva solo 16 anni quando scrisse il programma che fu pubblicato da Commodore UK (Simons è britannico) sia in versione cartuccia che in versione disco.

Ai 70 comandi base del BASIC introduceva altri comandi di tipo grafico che risolvevano in pochi caratteri problemi complessi come la costruzione di un cerchio, di una linea ecc.

Il "costo" era solo di 8KB sottratti ai 38.911 byte free del sistema.




Con questo programma riuscì a sincronizzare su VHS (nei mitici anni '90) video e musica per fare le presentazioni super pompose delle videocassete che registravo con la telecamera (ovviamente la traccia audio era quella di 2001: Odissea nello Spazio)



SAM: Software Automatic Mouth

Cosa mancava al Commodore 64 ancora?

Beh solo la parola.... e così fu!!!

In questo ultimo capitolo forse è giusto trattare del potentissimo chip musicale della MOS Technologies (Commodore), il SID (Sound Interface Device).

Venne sviluppato dall'ingegnere Robert Yannes che non era soddisfatto dai processori musicali dell'epoca per computer.

Lo scopo di Yannes era produrre un chip di alta qualità, come un vero strumento musicale, dotato di caratteristiche precedentemente assenti nei chip sonori come il generatore di inviluppo ADSR (termine usato nella teoria musicale relativamente alla sintesi elettronica dei suoni, e deriva dalle quattro parole inglesi Attack (Attacco), Decay (Decadimento), Sustain (Sostegno), Release (Rilascio))

Durante la progettazione del chip, grande peso fu dato a un controllo di frequenza ad alta precisione, il SID era inizialmente progettato per avere 32 voci indipendenti, che condividevano un unico oscillatore. 
Tuttavia queste caratteristiche non furono completate in tempo, e la maschera di silicio per un oscillatore fu semplicemente replicata tre volte lungo la superficie del chip, creando tre voci ognuna con il proprio oscillatore. Un'altra caratteristica non incorporata nella versione finale fu una lookup table di frequenze delle note musicali più comuni, scartata a causa delle limitazioni di spazio. Il supporto per un pin di ingresso audio fu un'aggiunta che Yannes fece senza chiedere, anche se questo non avesse un uso pratico immediato in un computer rese possibile usare il chip come un semplice processore di effetti. Le maschere furono prodotte con tecnologia da 7 micron allo scopo di raggiungere una buona resa di produzione: la tecnologia migliore allora disponibile era da 6 micron. Il primo computer ad utilizzarlo fu il Commodore 64 fu finito in tempo per il Consumer Electronics Show nel primo weekend di gennaio 1982. 

I processori usati furono sostanzialmente due: il MOS 6581 ed il MOS 8580 (ma principalmente il primo, segue schema)


Eccolo nella sua collocazione originale (in giallo)




Avendo alla base un processore per l'epoca molto potente (i successori furono praticamente le varie Sound Blaster a metà anni '90 del XX Secolo), nel 1982 fu sviluppato un programma di sintesi vocale sviluppato da Mark Barton e venduto da Don't Ask Software, appunto SAM.

SAM si caricava da disco e come per il predetto Simons's BASIC estendeva le funzionalità base introducendo il termine SAY.

Vi lascio un ricordo di come il C=64 parlava


Audio della Voce del Commodore 64

Conclusioni

Nonostante Commodore avesse introdotto anche Amiga negli anni '90 le cause del fallimento (Commodore chiuse i battenti il 29-04-1994) avvenne per errate gestioni nelle strategie commerciali e di marketing.

Probabilmente Jack Tremiel, che forse non capì mai veramente il prodotto Computer in senso stretto, non si rese conto che la magia del Commodore VIC 20 e del Commodore 64 era finito da tempo, e che Intel, Apple, Microsoft, ma in quel tempo la stessa Digital Equipment Corp (o DEC se preferite) misero in campo macchine nuove, da 16 a 32 bit che potevano fare le cose con impostazioni più professionali e gradevoli, oltre le performances.

Jack credeva che il mercato dei videogame fosse il vero traino, ma anche qui fece male i conti.

A financo Nintendo (che introdusse i 16bit col Super Nintendo) e Sega (che introdusse i 16bit col Megadrive) si affiancò di lì a poco Sony con PlayStation e pochi anni dopo Microsoft con XboX

Ovviamente non ce ne era di paragone, se non quel senso (per chi ha qualche anno di più) di nostalgia che ancora oggi fa rimpiangere Namco &C. (ormai falliti, smembrati, inglobati, ecc.) per gli immortali Arcade.

Dal mio punto di vista di Commodoriano della prima ora, fu come se vedessi crollare (anche se pure io, all'epoca mi ero votato al PC) i Maya, una civiltà tanto audace, moderna ecc, che improvvisamente dalla sera alla mattina si distrusse.

Rimane, invece, l'eredità del Commodore 64.

Quella della informatizzazione delle masse, che nessun altro computer avrebbe fatto dopo (se non in piccola parte i PC tra la fine degli anni '90 e forse fino al 2010, prima di smartphone e tablet) poiché dava quel senso sia ludico che, tanto caro ai genitori, di studio.

Sicuramente questa propulsione non l'avrebbe fatta né Apple né IBM, né DEC, né tantomeno Microsoft, e a Jack Tremiel devono moltissimo

Il Commodore 64, inoltre contribuì in parte anche alla standardizzazione dei rapporti e delle macchine, nel senso io il C64 tu hai il C64 si scambiavano giochi, programmi consigli e ecc., se non l'avevi eri tagliato fuori, o quasi.

Una cosa simile si vide solo verso la fine degli anni '90 in piena epopea Intel (PC e Mac condividevano lo stesso processore), quando Internet ancora non era diventato così preponderante come lo è oggi 


Il progetto Frodo e simili

Ma se Commodore è morta, non è morto lo spirito del Commodore 64.

Infatti sia per PC, per smartphone e altri dispositivi, sono usciti degli emulatori che hanno portato anche alla produzione di dispositivi tipo C64 da attaccare alla TV e ritornare a quei mitici anni '80

Uno di questi è Frodo C64 per Android

Ed ancora oggi a distanza di 40 anni esistono gruppi innamorati del C64 che ancora sviluppano e cercano di trovare il limite ad una macchina che ha venuto oltre 17 milioni di esemplari nei suoi 12 anni di vita (record secondo il Guinness dei primati)




Nel 2018, il MONITORE NAPOLETANO.it ha dedicato la Copertina Giacobina a Jack Tramiel




W i tuoi primi 40 anni



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