Introduzione ad Archeologia Informatica
Nessun settore della scienza e dell'industria è stato così veloce come l'informatica degli ultimi 30 anni.
Complice un po' di quella nostalgia canaglia cantata da Albano e Romina Power (sic!), come si chiamavano allora, complice un anno particolare come il 2024 che racchiude in sé due anniversari fondamentali 1984 e 1994, che sembrano due date buttate lì, ma non lo sono, ho pensato di aggiungere al blog un'altra etichetta sezione dedicata alla archeologia informatica.
Nel 1984 usciva il Mac, ma in Italia si diffondeva a macchia d'olio il germe del Commodore prima Vic20 e dopo Commodore 64, quello del "dimmi come fai se non ce l'hai", gingle che per chi è nato a cavallo degli anni 70/80 del XX Secolo era un mantra.
Soprattutto era un mantra il fatto che il Commodore lo avevo io, lo aveva il mio compagno di classe (delle elementari) lo aveva l'amichetto, insomma lo avevano tutti e tutti si passavano i giochi, programmi ecc (era un altro tempo....)
Ma è stato anche il primo computer per le masse, usando le parole di Jack Tramiel, fondatore della Commodore Computer inc.
(clicca qui per andare alla pagina del sito giovanni.dicecca.net che parla dell'eBook)
Nel 1994, invece, si iniziò a diffondere in Italia la febbre da PC.
Sia chiaro non è che si vendesse come il pane o come la PlaySation (a cui noi oggi aggiungiamo 1 poiché nel frattempo ne sono uscite altre 4), ma divenne un must-to-have, poiché Windows 3.1 nel frattempo aveva sdoganato molti programmi per Mac (Excel e Photoshop su tutti) su una piattaforma più customizzabile di un Mac e tutto sommato leggermente meno dispendiosa, ovvero meno vincolata al micromondo Apple.
Era l'inizio di quella che sarebbe diventata la prima guerra seria tra Windows e Mac.
Da allora sono passati 30 anni in Italia e soprattutto è passato di tutto, mode, teconologie, life-style.
Chi come me ha avuto l'arroganza di essere meccanismo di quella rivoluzione, e di studiarne il passato (venendo dall'esperienza Commodore 64 e dei giornali tipo SuperCommodore, MC-Microcomputer e soprattutto il mio mitico PC Magazine) ho pensato di riprendere di tanto in tanto alcuni aspetti che oggi sembrano normali ma che non lo sono visto che ChatGPT non nasce ieri (come Gemini e Copilot), e che Internet (soprattutto ad alta velocità) non è stata roba scontata.
Slide prima di PowerPoint
Chi di noi non ha mai fatto una presentazione di qualcosa (fosse pure la tesi, il diploma e per le giovani generazioni, progetti a scuola/università) con PowerPoint e similari?
Soprattutto usando le più spettacolari transizioni sperando di impressionare e vincere anche l'Oscar agli Effetti Speciali Visivi e Sonori?
- Presenter il PowePoint 1.0
Il Primo programma di Computer Slide si chiamava Presenter, e fu sviluppato da Bob Gaskins e dai programmatori Dennis Austin e Philip J. Pasqui, che pubblicò PowerPoint 1.0 della Forethought Inc, nell'aprile 1987 per Apple Macintosh.
Era in bianco e nero, testo e grafica si fondevano per creare trasparenze.
Con l'arrivo del primo Macintosh a colori sul mercato uscì una versione di PowerPoint già adattata per sfruttare le potenzialità del colore.
Microsoft Corporation acquistò la Forethought Inc e il relativo software Powerpoint per 14 milioni di dollari il 31 luglio 1987.
Nel 1990 la prima versione per Windows venne pubblicata per Windows 3.0; sin da quella data PowerPoint verrà sempre incluso nella suite Microsoft Office (eccetto per la versione base)
- Polaroid Palette
Curiosando tra vecchie riviste (Byte ottobre 1984, photo cover, e credo Bit, italiano di quel periodo) ho trovato una cosa che era rimasta conservata a lungo nella mia mente per un'altra ragione, la vidi in uso nel 1991 a Napoli ad un Samutic (quello che oggi dovrebbe essere lo SMAU di Milano, ma ormai tiemp' bell' e 'na vot'...).
Esisteva una macchina chiamata Polaroid Palette che si attaccava alla porta (RS-232 Seriale nel 1984, per $1800 di costo, SCSI in quelle leggermente più recenti) che duplicava lo schermo in piccolo e lo si collegava ad una macchina polaroid e di aveva la foto istantanea polaroid (da sempre nome-omen), oppure di collegava una reflex con macchina a pellicola Diapositiva (le slide appunto) e si aveva la slide di presentazione.
In buona sostanza la macchina collegata era un piccolo monitor ad alta risoluzione (per il tempo) che proiettava lo stesso tipo di immagine che si vedeva sullo schermo e poi si scattava l'immagine dello stesso con un attrezzo dedicato
Ancora oggi, 2024, nel momento in cui scrivo su eBay si trova qualche modello più recente del Polaroid Palette, ma sempre anni '90 del XX Secolo.
Una volta sviluppata la pellicola la si poteva usare in presentazioni col classico proiettore per diapositive (vabbè segue immagine per chi non l'ha mai visto uno)
E' inutile dire che l'oggetto costava una cifra assurda e non ebbe grande riscontro in Italia, se non a livello medico-universitario, per ovvie ragioni.
Di seguito ci sono alcune immagini di una versione leggermente più recente del modello proposto in photo cover (Polaroid Palette CI-5000)
Nella photo successiva c'è il dettaglio dell'adattatore per le pellicole Diapositive a 35mm
Se quello che abbiamo visto sulle prime slide dell'era paleo-PowerPoint, mi piace condividere questo excursus, con un principio esposto in un famoso libro del Prof. Andrew S. Tanenbaum, famosissimo per la frase rivolta a Linus Torvalds nel 1991: “Rimango ancora dell'idea che progettare un kernel monolitico nel 1991 è un errore di strutturazione. Sei fortunato che non sei un mio studente. Non prenderesti un buon voto per un tale progetto.” (Andrew S. Tanenbaumm professore dell'Università di Amsterdam e creatore del sistema operativo MINIX, parlando a Linus Torvalds del suo sistema operativo Linux, 1991).
Nel libro di Tanenbaum: I moderni sistemi Operativi, nel Capitolo I paragrafo 5.8 (1), parla del Riciclaggio di concetti.
In buona sostanza sostiene che una nuova tecnologia sostituisce una obsoleta, ma non è detta che questa possa tornare in modo differente.
(1) I Moderni Sistemi Operati, Jackson Libri, 2002, Pag 39
Per esempio, rimanendo nell'epoca 1985, il Disk Drive era migliore della cassetta a nastro, poiché la cassetta è sequenziale rispetto al disco che è ad accesso diretto e di conseguenza leggere un file posto alla fine della cassetta è più lungo rispetto a chiamare direttamente un file da una lista (il comando dir o ls a seconda del sistema operativo Windows o Linux/Mac).
Caso vuole, che poco tempo dopo la sequenzialità applicata al disco ha portato alla creazione del CD/LaserDisk/DVD/BluRay Disk
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